L’Apertura e Sonata per Organo di Fedele Fenaroli

Una composizione di G. F. Händel erroneamente attribuita al Maestro frentano


Sommario: Il brano musicale, pur se erroneamente attribuito a Fedele Fenaroli, presenta interessanti informazioni riguardanti almeno due aspetti della ricerca musicologica nazionale in tempi recenti. Innanzitutto, la composizione apre uno squarcio su una delle tante forme musicali, come l’Apertura, appartenenti al repertorio organistico dei secoli XVIII – XX d’area napoletana. Ritenute ancora oggi a torto minori, sono invece importanti testimonianze di un ricco e variegato patrimonio musicale, ben più ampio di quanto descritto negli attuali testi di storia della musica. In seconda istanza, l’Apertura attribuita a Fenaroli è il classico esempio di come si possano creare, in caso di una mancata lettura filologica dell’opera musicale, errori sia d’autore che di tradizione. I repertori e i personaggi musicali cosiddetti ‘minori’, o comunque privi di approfondite ricerche, sono più facilmente permeabili a questo tipo di fenomeni, causa anche la mancata ricostruzione di un tessuto connettivo d’ordine generale: un background storico musicale e socio-culturale, a sua volta rilevato e opportunamente valorizzato. Le conseguenze di tali anomale letture hanno duraturi effetti nel tempo, dando origine a fenomeni di ‘filiazione’ dell’errore che non risparmiano neanche il mondo accademico. Fedele Fenaroli è forse uno dei personaggi che maggiormente risente, ancora oggi, di una mancata valutazione come compositore, in buona parte proprio a causa di tali eventi.

Parole Chiave: Fedele Fenaroli; Apertura e Sonata; Organo.

Apertura

La forma musicale dell’Apertura nel repertorio organistico napoletano: Furno e Cotumacci

L’Apertura per Organo è un genere musicale tipico della Scuola Napoletana. Tra seconda metà del XVIII e buona parte del XIX secolo, tale scuola vide lo svilupparsi di una vasta serie di forme e repertori, fino a quel periodo relativamente inusuali. È un fiorire, infatti, non solo di Toccate, Legature, Suonate, Suonate fugate, tutte forme al tempo già conosciute e diffuse; ma anche di Esercizi, Trattenimenti, Ligature, Marce e appunto Aperture. Come dichiarato da eminenti studiosi: «La letteratura organistica di ambito napoletano del Sette-Ottocento manca tuttora di uno studio adeguato e sistematico»1.

Testimonianze di Aperture sono documentate nella produzione musicale di vari organisti napoletani. Scrivono infatti brani di questo tipo l’abruzzese originario di Villa Santa Maria (provincia di Chieti, Abruzzo) Carlo Cotumacci (1709-1785), musicista coevo al Fenaroli, e il capuano Giovanni Furno (1748-1837), quest’ultimo autore di ben due distinte composizioni aventi questo titolo.

Il genere dell’Apertura in Italia: alcuni compositori di Aperture per Organo e la sua diffusione in area pugliese

Il genere dell’Apertura riguarda anche successive generazioni di musicisti italiani. Luigi Fiani (XVIII – XIX secolo), ad esempio, fu organista della cattedrale di San Severo, a dimostrazione di come la Scuola Napoletana fosse ancora nel XIX secolo un evidente modello di riferimento anche in area pugliese. L’ Apertura del Fiani riporta la data del 1847. Ancora più interessante è Polibio Fumagalli (1830-1900), musicista lombardo diplomato al Conservatorio di Milano, in seguito docente d’Organo dello stesso istituto e maestro a sua volta di Marco Enrico Bossi (1861- 1925), organista e compositore di fama internazionale. Anche Fumagalli si adopera nel genere dell’Apertura.

Le Aperture per Organo in Abruzzo: Francesco Masciangelo

Tra i compositori abruzzesi va segnalato Francesco Paolo Masciangelo (1823-1906), nato a Lanciano, musicalmente formatosi a Napoli e attivo principalmente nella città frentana. Masciangelo conosceva bene sia l’opera di Fedele Fenaroli che il vasto repertorio organistico partenopeo. Nel catalogo delle opere redatto da Gianfranco Miscia2 è riportata una Capricciosa Apertura per Organo del musicista, datata 1905, a riprova dell’ipotesi che tale forma riscuotesse una discreta fortuna agli inizi del XX secolo.

Le due fonti manoscritte dell’Apertura

La fonte manoscritta attribuita e quella apocrifa

La fonte manoscritta principale al momento conosciuta come Apertura e Sonata per Organo, erroneamente attribuita a Fedele Fenaroli, è conservata nella Biblioteca del Conservatorio di Musica “Verdi” di Milano3, mentre una seconda fonte, apocrifa, è collocata presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli4. Un ricercatore ha fatto riferimento ad una ulteriore fonte manoscritta, della quale non vi è però alcun riferimento di catalogazione archivistica, né di collocazione geografica oppure temporale5.

Fondo Noseda del Conservatorio di Milano

Con il titolo di Apertura e Sonata | Per Organo | Del M.tro Fedele Fenaroli, la fonte manoscritta di Milano si presenta non inserita in altri faldoni6, di formato oblungo, approssimativamente di circa 22 x 28 cm. Sul recto della prima pagina è riportata la dicitura «A. Cattaneo», probabilmente il proprietario. Non abbiamo ulteriori notizie sul Cattaneo, ma dalla datazione presumibile del manoscritto (1811-1840) e dalla presenza della medesima firma su un coevo manoscritto organistico7 si tratterebbe di un musicista attivo a Milano. Il manoscritto è comunque catalogato come parte del Fondo Noseda, da Gustavo Alfonso Noseda (1837-1866), musicista, ricercatore e collezionista, la cui ricca collezione entrò a far parte del patrimonio musicale del Conservatorio lombardo nel 1867.

Fondo manoscritti Conservatorio San Pietro a Majella

Presso il Conservatorio di Napoli è custodito invece un faldone denominato Musiche per Organo di Diversi Autori, riportante sulla prima pagina la dicitura «Gabriele Garzia 1879», dove compare tra l’altro una composizione di Georg Friedrich Händel8. Nel faldone vi è un’opera certamente del Fenaroli, un Trattenimento in sol minore, ai fogli 17 e 17v. Un’ispezione dal vivo del faldone ha permesso di confermare la presenza, sì, di un’Apertura, ma nella tonalità di do maggiore e comunque priva di indicazioni d’autore. Il brano musicale non presenta, inoltre, alcun elemento oggettivo (melodico, armonico o tonale) che possa far riferimento all’omonima composizione in la maggiore. Pare si possa anche escludere che si tratti di un brano dello stesso Garzia, visto che tutte le altre composizioni della raccolta hanno comunque una esplicita e altrui paternità. Logica conclusione è che qualsiasi apparentamento del brano con l’opera di Fenaroli sia da ritenersi non verificata.

L’Apertura e Sonata di Fenaroli e la Suite in la maggiore di Georg Friedrich Händel

Il brano attribuito a Fenaroli è opera del compositore tedesco naturalizzato inglese Georg Friedrich Händel (1685-1759). Non è ancora oggi chiaro a cosa si debba l’erronea attribuzione, ma è interessante notare come già dagli anni settanta del Novecento, nella scheda di catalogazione presumibilmente redatta a cura del personale della Biblioteca del Conservatorio “Verdi” di Milano, il dato venisse esplicitamente segnalato9.

Si tratta infatti della Suite I in la maggiore, numero di catalogo HWV 426, delle serie delle cosiddette Otto Grandi Suites per clavicembalo, pubblicate sotto il diretto controllo dell’autore il 14 novembre 1720 a Londra. Come ci informa il compositore stesso nella prefazione, la serie era stata precedentemente pubblicata ad Amsterdam in parecchi esemplari, contenenti errori e messe in vendita senza il suo permesso (ossia, senza la possibilità di trarne profitto). La raccolta ebbe numerose riproduzioni manoscritte e a stampa per tutto il XIX secolo, anche a causa della particolare notorietà dell’autore. L’edizione a stampa più nota è certamente la prima e più famosa riproduzione filologica, a cura del ricercatore Friedrich Chrysander (1826-1901).

L’Apertura e il Praeludium

Un veloce confronto tra i due documenti evidenzia l’immediata filiazione del secondo brano musicale dal primo. Si notano in ogni caso piccole ma interessanti modifiche. L’autore del manoscritto pare evitare di proposito la notazione in caso di figure musicali al di sotto del la1 (cfr. Basso, mano sinistra), trasponendo all’ottava superiore le eventuali note. Vi è in proposito un’ottima ragione: l’estensione dei manuali nell’organo a canne settecentesco, a differenza del clavicembalo, non scende mai al di sotto del do2 . Assai più ampia l’estensione invece dei clavicembali, specie se di scuola inglese, che può scendere anche fino al fa1. Secondarie modifiche di scrittura riguardano anche alcune note delle veloci scale a sapore toccatistico e preludiante. Interessante la traduzione in italiano, «arpeggiato», dalla dicitura originale, «Harpegg.», che fa invece riferimento alla lingua francese.

La Sonata e l’Allemande

Come s’è già detto, l’Apertura ha una funzione introduttiva a un secondo movimento oppure brano musicale: in genere, Sonata oppure Pastorale. Ancora una volta il confronto tra le due versioni rende evidente come si tratti di una vera e propria duplicazione. Curiosamente il trascrittore non si preoccupa in questa seconda pagina dell’estensione dello strumento (il si1 basso del quarto sistema, mano sinistra, è fedelmente riportato). La differenza semmai è nell’uso di un termine tipicamente italiano, «Allegretto», al posto dell’originale dicitura francese, «Allemande». Se ne deduce che chiunque abbia trascritto questa composizione attribuendola a Fenaroli abbia avuto a disposizione una fonte che era già stata a sua volta utilizzata in area italiana.

Le rielaborazioni del Novecento

Alquanto curiosamente, l’errata attribuzione dell’opera permane per tutto il Novecento, anche in occasione dei rari tentativi di recupero dell’opera musicale del compositore frentano.

L’incisione discografica di Arturo Sacchetti

Arturo Sacchetti realizzò nel 1987 un disco riguardante il vasto repertorio delle composizioni da chiesa dell’organo napoletano nel XVIII secolo10. Si tratta, ad oggi, dell’unica registrazione esistente in commercio, con varie ristampe e riversaggi, confortata da un discreto successo commerciale, data anche la notorietà dell’interprete.

L’edizione a stampa

Anche la casa editrice Armelin di Padova11, nel pur pregevole tentativo di dare spazio e diffusione alle opere fenaroliane, ha commesso il medesimo errore di attribuzione12

Nonostante ulteriori segnalazioni13, l’errata attribuzione permane tuttora: ad esempio, in recenti pubblicazioni d’impianto scientifico aventi per argomento l’analisi delle opere per tastiere del compositore abruzzese14

L’errata attribuzione della composizione di Händel a Fenaroli, oltre a non essere stata ancora accolta da musicisti e ricercatori in maniera sistematica, si innesta su errori di natura metodologica e su eclatanti lacune, sia pratiche che metodologiche, nella ricerca musicale. Per quanto possa sembrare contraddittorio, è ancora evidente una certa difficoltà di approccio metodologico, anche da parte di studiosi e interpreti. Il mettere a fuoco un repertorio all’apparenza minore potrebbe invece fornire non pochi tasselli nel tentativo di ricostruzione di una storia alternativa della musica italiana, assai più complessa e articolata di quella che siamo soliti conoscere.


Fonti e note al testo

Bibliografia

1.  Antonio Caroccia, Annotazioni sulle composizioni organistiche nella Biblioteca di S. Pietro a Majella. In Napoli e l’Europa: gli strumenti, i costruttori e la musica per organo dal XV al XX secolo. Atti del Convegno Internazionale di Studi. Battipaglia, 12-14 novembre 2004, a cura di Luigi Sisto ed Emanuele Cardi, pp. 219-234, Battipaglia, Accademia Organistica Campana, 2005. La citazione è a pag. 220. 

2.  Gianfranco Miscia, catalogo delle opere di Francesco Masciangelo. CAPRICCIOSA APERTURA PER ORGANO (1905), n. 558 del catalogo. Ms autografo con due copie. Serie: B. Musica Sacra III. Composizioni Religiose. 2. Organo. Il catalogo è compreso nella pubblicazione dello stesso autore, Francesco Masciangelo e le attività musicali a Lanciano e in Abruzzo nell’Ottocento, Lanciano, Carabba, 2006, pp. 277-360. Del medesimo catalogo è disponibile anche una versione digitale aggiornata sul sito web del Centro Studi Masciangelo, https://www.centromasciangelo.org/catalogo-delle-opere/.

3.   Biblioteca del Conservatorio di Musica “G. Verdi”, Milano, Fondo Noseda, segnatura NOSE S_10.5.

4.  Biblioteca del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella”, Napoli, Manoscritti antichi, segnatura O(D).1.5.

5.  Maurizio Machella, curatore dell’edizione a stampa Armelin, nella prefazione accenna ad una “copia fotostatica fine XIX sec. di proprietà del curatore”, presumibilmente una proprietà privata non ulteriormente specificata. Cfr. nota 10, p. I.

6.  L’opera è citata, quale Apertura d’Organo, anche nello scritto di Eugenio De’ Guarinoni, Indice generale dell’Archivio Musicale Noseda, Milano, Reggiani, 1807, scheda n. 3148, p. 23.

7.  Trattenimenti 3 | per Organo | del M° Filippo Campanella, sempre a cura di A. Cattaneo. In Fondo Noseda, Noseda D.1.2.

8.  Fugue by Haendel | Fugue | in Si 3a Min, senza numero.

9.  La scheda del catalogo del Fondo Noseda, redatta a macchina da scrivere presumibilmente nel 1970 o anni successivi, presenta infatti l’annotazione: «VEDI: [HAENDEL, Georg Friedrich | Suite I: Preludio e Allemanda. Cemb. o org. La] | ms. 19.sec | Il ms. è un clamoroso apocrifo da Haendel» (sic). Fondo Noseda, catalogo, Noseda S 10-5.

10.  Arturo Sacchetti, L’Organo Napoletano nel XVIII secolo: composizioni da chiesa, LP, 1987, poi CD, 1995. Reising Eitting (Germania), Arts. Le poche informazioni esistenti circa le registrazioni sonore, analogiche e digitali, di opere fenaroliane sono riportate, fino al 2008, nel saggio di Gianluca Tarquinio, Dal ‘cilindro’ di Tosti. Discografia generale dei compositori abruzzesi. Documenti di storia musicale abruzzese, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2008, pp. 117-118.

11.  Maurizio Machella (a cura di), Fedele Fenaroli, Sonate Per Organo o Cembalo Volume III. Padova, Armelin, 1998, pp. 1-5.

12.  Va qui ricordato che il volume indicato alla voce precedente è il terzo di una serie monografica di quattro, tutti dedicati a varie composizioni per strumenti a tastiera del compositore lancianese.

13.  Massimo Salcito, Fedele Fenaroli nel 180mo anniversario dalla scomparsa. Fedele Fenaroli e le opere per tastiera: alcune osservazioni alla luce dei Partimenti. Pescara, Fondazione Caripe, 27 novembre 1998, pp. 19-21.

14.  Fabio Dell’Anversana, Le composizioni per strumenti a tastiera di Fedele Fenaroli e Domenico Cimarosa. Napoli, Piemme Edizioni, 2015, p. 50. A sua volta, Dell’Anversana cita per il catalogo delle opere redatto da Ralf Krause, Fenaroli, Fedele, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, volume VI, Kassel-Basilea, Bärenreiter / Metzler, 2001, vol. 6, col. 947.

Bibliografia consigliata

  1. Raffaele Aurini, “Fedele Fenaroli. Note biografiche”. Dizionario Bibliografico della Gente d’Abruzzo, pp. 245-51. Teramo: Ars et Labor, 1952. Ristampa a cura di Fausto Eugeni, Luigi Ponziani e Marcello Sgattoni, 5 voll, pp. 250-256, Teramo, Andromeda, 2002.
  2. Francesco Maria Avellino, “Elogio di Fedele Fenaroli letto all’Accademia delle Belle Arti della Società Reale Borbonica di Napoli dal Cav. F. M. Avellino, Socio Onorario, per la morte del musicista nel gennaio 1818”. Fedele Fenaroli. Studi documenti testimonianze, 25 aprile 1980 – 250° anniversario della nascita. A cura di Mario Lanci. Lanciano: Comune di Lanciano, 1980, pp. 11-18.
  3. Terence Best, Handel’s Keyboard Music. The Musical Times, Settembre 1971, Vol. 112, n. 1543, pp. 845-848. London, Musical Times Publications.
  4. Giuseppe Maria Bellini, “Fedele Fenaroli. Note biografiche”. Arte e Storia, 4/9, ann. XXVIII, settembre e ottobre 1909, Firenze, Tipografia Arcivescovile, pp. 279-281, e 300-304.
  5. Vincenzo Bindi, “Fenaroli Fedele. Di Lanciano”. In Artisti Abruzzesi, Napoli, De Angelis e figlio, 1883, pp. 116-121.
  6. Antonella Cerami, “Fenaroli, Fedele”. Dizionario Biografico degli Italiani, Milano: Treccani, 1996, vol. 46, pp. 1-9, http://www.treccani.it/enciclopedia/fedele-fenaroli_(Dizionario-Biografico)/.
  7. Francesco Florimo, “Fedele Fenaroli”. La Scuola Musicale di Napoli e i suoi Conservatorii. Con uno sguardo sulla storia della musica in Italia. 4 voll., Napoli: Morano. Bibliotheca Musica Bononiensis, a cura di Giuseppe Vecchi, sezione III, n. 9. Bologna: Forni, 2002, vol. III, pp. 351-357.
  8. Siegfried Gmeinwieser, voce “Fenaroli, Fedele”, Grove Music Online. https://doi.org/10.1093/gmo/9781561592630.article.09461 (consultazione gennaio 2022)
  9. Gianfranco Miscia (a cura di), Fedele Fenaroli. Il didatta e il compositore. Atti dell’omonimo Convegno Nazionale tenutosi a Lanciano nel 2008. Lucca, LIM, 2011.
  10. Gianfranco Miscia “Fenaroli, Fedele”. Gente d’Abruzzo, Dizionario biografico. A cura di Enrico Di Carlo. Castelli, Teramo, Andromeda Editrice, 2006, 10 voll., vol. 5, pp. 107-112.
  11. Phyllis K. Rueb, Handel’s Keyboard Suites: A comparison with those of J. S. Bach. American Music Teacher, Aprile/Maggio 1971, vol. 20, n. 5. USA, Music Teachers National Association, pp. 33-36.
  12. Peter Williams, Interpreting One of Handel’s Free Preludes for Harpischord. Early Music, Novembre 1985, Vol. 13, No. 4, pp. 506-513. Oxford, Oxford University Press.

Immagini e inserti:

Immagine di testa: La spiaggia di Chiaia da Mergellina Anton Sminck Van Pitloo (1829)

Immagini: 1. Primo volume delle Suites per Clavicembalo composte da G. F. Händel; 2. Confronto tra il Preludio di Handel e il brano attribuito al Fenaroli; 3. Confronto tra l’Allemanda di Händel e il brano attribuito al Fenaroli.

Autori e collaboratori:

Autore: Massimo Salcito

Revisori: Matteo di Cintio; Gianfranco Miscia.

Ultimo aggiornamento:

1 Gennaio 2022

Ipertetesti utili:

Centro Ricerche Masciangelo – Archivio musicale Lancianese (centromasciangelo.org)



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